Prime Esperienze
lilli fede e paolo un incontro inaspettato
di 21046
20.12.2024 |
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""Vuoi giocare? Va bene, allora vedrai, " pensai..."
Era passato un po' di tempo da quando avevo incontrato Lilli, e ancora oggi non riuscivo a spiegarmi bene quella serata. Però, ogni tanto, quando sentivo un determinato profumo, il ricordo tornava vividamente alla mente. Quel momento in cui i nostri corpi erano così vicini, così uniti, era qualcosa che non avrei mai potuto dimenticare. Dopo quella sera, però, non c'era stato più nessun contatto. Non avevo altro che il suo nome, e sembrava che fosse finita lì. Amen.Oggi finalmente avevo una giornata libera, libera per modo di dire, dovevo acquistare tutti i regali per mezza famiglia. Dopo aver terminato girato vari negozi chiamo mio marito per trovarci a bere un caffè, ne avevo bisogno. In questo periodo, la città è ancora più frenetica del solito a causa delle feste natalizie, e il centro era invaso da persone, bancarelle e luci di Natale.
Mentre camminavo verso il bar, mi è sembrato di vedere qualcosa con la coda dell'occhio. Era lei. Lilli. Ma non poteva essere, mi sono detta. Mi sono girata per guardare meglio, ma non c'era nessuno che assomigliasse a lei. Eppure mi sembrava proprio che fosse lei. Paolo mi ha raggiunto, e mi ha notato mentre continuavo a girarmi.
"Hai visto qualcuno?" mi ha chiesto, notando il mio comportamento strano.
"No, no," ho risposto un po' distrattamente, "mi sembrava di aver visto... ehm... mia mamma, sì, mia mamma."
Paolo non ha dato troppo peso alla mia risposta. "Beviamo un caffè allora?" ha proposto, e così siamo entrati al bar. Ci siamo seduti, abbiamo ordinato i nostri caffè, e ho iniziato a tirar fuori i regali che avevo comprato per la famiglia: bambini, suocera, cognato… insomma, tutti. Anche Paolo aveva fatto la sua parte.
Mi sono abbassata per prendere l'ultimo pacchetto quando ho sentito la campanellina dell'ingresso del bar. Qualcuno stava entrando. La gente va e viene, ma questa volta mi sono sentita come chiamata. Mi sono girata di colpo, e lì, proprio davanti a me, c'era Lilli. Era proprio lei.
Mi sono sentita paralizzata per un attimo. Non ci potevo credere. Ma come? Proprio oggi, con Paolo, e se lui si accorge di qualcosa? Cosa avrei dovuto fare?
Lilli era elegante come sempre: un bel paio di decolleté con il tacco, calze grigie, una gonna grigia al ginocchio e un cappotto che la copriva fino alla parte superiore. Mamma mia, come era sofisticata. Mi sono guardata intorno, cercando di mantenere la calma, ma non potevo fare a meno di notare come ogni suo movimento mi colpisse. Il suo profumo inconfondibile mi pervadeva e mi riportava immediatamente ai momenti passionali che avevamo condiviso.
Mentre Lilli stava ordinando al cameriere, ci siamo incrociate con lo sguardo. C'era sorpresa da entrambe le parti. Lei mi guardava, forse capendo la situazione, vedendo Paolo accanto a me. Non fece nessun cenno, ma c'era come un silenzioso messaggio tra noi due: Se vuoi, sono qui. Altrimenti, niente. Mi sentivo invasa da una voglia improvvisa di parlarle. Non potevo trattenere l'impulso.
"Ciao Lilli!" le ho detto, quasi urlando per come mi è uscito il nome.
Lei, sorpresa, ha risposto: "Ciao Fede! Come stai? È da una vita che non ti vedo!"
Paolo si è girato, cercando di capire cosa stesse succedendo. "Paolo, questa è Lilli, una collega che ho conosciuto all'ultimo meeting," ho detto rapidamente. Mio marito, educato, si è alzato e le ha stretto la mano. "Piacere mio, Paolo. Fede mi ha parlato molto bene di te."
Paolo, un po' imbarazzato, ha sorriso e ci ha guardato, ma poi siamo ripartiti con la chiacchiera. Sembrava che fossimo amiche di lunga data.
"Dai, siediti con noi," ha proposto Paolo. "Non vorrei disturbare due piccioncini come voi," ha risposto Lilli con un sorriso. Poi si è seduta proprio tra me e Paolo.
Paolo, un po' sulle sue, sembrava più concentrato su altro. Ma quando Lilli si è tolta il cappotto, la sua camicetta bianca, un po' trasparente, ha lasciato intravedere l'intimo sotto. Paolo l'ha notato subito e ha iniziato a guardare senza farsi vedere. Ma lo conoscevo bene, e sapevo che gli piacevano le donne eleganti e raffinate. E quella donna, proprio lì, accanto a lui, era il tipo di donna che lo attirava.
Non mi sentivo gelosa, più che altro preoccupata che succedesse qualcosa tra loro, o che qualcosa di quel passato venisse fuori. Il suo profumo, intanto, mi tornava alla mente, facendomi rivivere i ricordi di quella sera.
Abbiamo chiacchierato tutti insieme, ma io non riuscivo a fare a meno di osservare Lilli, cercando di cogliere qualche dettaglio che mi riportasse indietro nel tempo. Alla fine, Lilli ha detto: "Ho parlato troppo, probabilmente avete da fare. Vi lascio, visto che è quasi ora di cena."
"Esagerata," le ho detto. "Ma sai, se ti va, possiamo continuare a casa. Una pizza veloce, ci stai?"
Ho guardato Paolo, che sembrava assorto nei suoi pensieri. "Sì, mi farebbe piacere," ha risposto, subito preso in flagrante. "Mi piace conoscere le amiche di Fede."
Lilli, un po' sorpresa dalla proposta diretta, ha accettato con un sorriso: "Se non è un problema, molto volentieri!"
Paolo ha preso il giaccone e si è avviato verso la cassa per pagare. Io e Lilli ci siamo alzate per rivestirci, e le ho detto: "Sei sempre affascinante."
"Anche tu, tesoro," ha risposto lei, con un sorriso un po' malinconico. "Mi sei mancata, sai? Non lo dico mai, ma con te è diverso."
Poi, mentre Paolo ci aspettava, ha detto: "Ragazze, andiamo?" E Lilli ha sorriso, ringraziando: "Grazie per avermi chiamato, ragazze."
Dopo aver chiacchierato lungo il tragitto, finalmente arrivammo a casa. Era un po' strano trovarmi insieme a Lilli e mio marito, ma allo stesso tempo, c'era una tensione elettrica che rendeva tutto ancora più affascinante. Una volta entrati, ci sedemmo nel salotto, e Paolo, con il suo solito modo di fare, propose: "Ordiniamo le pizze da asporto? Lilli, che prendi?"
"Margherita va bene?" chiese Paolo, e Lilli rispose prontamente: "Sì, sì, va benissimo, tutto ok."
"Perfetto, allora tre margherite," risposi, dando il mio consenso. Paolo si alzò e si diresse verso la cucina per telefonare. Quando rientrò, ci disse che avrebbe dovuto andare a ritirarle di persona, perché Mirko si era fatto male e non facevano consegne a domicilio. "Tranquille, ci metto poco," aggiunse con il suo sorriso rassicurante.
"Vuoi un prosecco o qualcosa da bere?" chiese poi a Lilli. "Un spritz?" Lilli mi guardò, e il suo viso si illuminò di un sorriso che non passò inosservato. "Sì, dai, uno per me e uno per tua moglie."
Le parole "spritz" mi fecero sentire una fitta di imbarazzo, mentre un pensiero fugace attraversò la mia mente: Si ricorda anche cosa avevamo bevuto l'ultima volta. "Ok, allora," risposi, cercando di non far trasparire la mia confusione.
Paolo si allontanò per preparare le bevande, e nel frattempo, Lilli si girò verso di me.
"Mentre aspettiamo, ti faccio fare un giro della casa?" le chiesi, cercando di alleggerire la tensione. Lilli sorrise e annuì.
Poco dopo, mentre eravamo in camera da letto, Paolo arrivò con due spritz. Ce li porse e ci lasciò per andare a ritirare le pizze. "Mi raccomando, non bagnate in giro," disse scherzando prima di uscire, chiudendo la porta dietro di sé.
Lilli ripeté, con una voce che imitava perfettamente il tono di Paolo: "Non bagnate in giro," ridendo. Io le risposi, con una voce maliziosa: "Beh, dobbiamo fare attenzione, no?" La mia risposta era un po' più provocatoria di quanto avessi intenzione, ma Lilli sembrò divertirsi.
Appoggiammo entrambi i bicchieri sui tavolini e, senza parole, ci avvicinammo. I nostri corpi si incontrarono in un bacio che fu subito carico di passione. Ogni movimento sembrava rallentato, ogni gesto più intenso. Non c'era bisogno di parole; l'energia che ci legava parlava da sola.
Il battito dei miei sensi aumentava mentre sentivo il suo profumo avvolgermi di nuovo, mentre le sue mani cercavano le mie. E lì, nel calore della stanza, ci perdemmo in un bacio che sembrava voler riempire ogni spazio tra di noi, senza più pensare a niente altro.
Le nostre mani si sfioravano, esplorando senza parlare. Con il tatto riconoscevo ogni dettaglio di ciò che indossava. Potevo sentire la texture della sua guepiere con i reggicalze, la delicatezza del pizzo che ornava il suo reggiseno. Era una sensazione che mi accendeva, eppure sapevamo che lì, a casa, non potevamo lasciarci andare completamente.
Ma Lilli non si tratteneva. Le sue dita scivolavano leggere sulle mie gambe, coperte da un pantacollant simile alla pelle. Poi, con un gesto deciso e complice, infilò le mani sotto il mio maglione, sfiorando il mio seno. Non c'erano esitazioni tra di noi, eravamo due anime affini, ormai abituate a quel linguaggio silenzioso e diretto.
"Lilli," le chiesi in un sussurro, "come fai a essere sempre così elegante?"
Lei sorrise, un sorriso di chi conosce il segreto della bellezza. "Bisogna sempre farsi trovare pronte, tesoro," rispose, con quella sua leggerezza disarmante, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Mi sentivo inebriata, avvolta da un’energia strana ma familiare, una corrente che mi attraversava il corpo e la mente. Era come se qualcosa di nuovo, o forse solo sopito, stesse emergendo.
"Comunque, tuo marito è davvero un gran figo, complimenti..." disse Lilli con un sorriso malizioso. Rimasi di sasso, sorpresa da quel commento. Non mi aspettavo che parlasse di lui, e quella frase mi colse completamente alla sprovvista. Una punta di gelosia cominciava a farsi strada dentro di me, sottile ma pungente.
Lilli, notando il mio imbarazzo, insistette, giocosa e provocante. "Chissà cosa nasconde lì sotto… mai condiviso con altre?"
Quelle parole mi fecero arrossire. Mi voltai verso di lei, cercando di decifrare il suo sguardo. Non avevo mai nemmeno sfiorato l’idea di una cosa tra noi tre. Era un pensiero nuovo, destabilizzante. Per la prima volta mi sentii priva di risposte, persa in una confusione che era più elettrizzante di quanto avrei voluto ammettere.
Lilli, notando la mia esitazione, mi colpì ancora con il suo sorriso complice. "Ti piacerebbe, vero? Lo sento."
Rimasi immobile, incapace di replicare, mentre nella mia mente si insinuava un’idea inaspettata, carica di possibilità. La gelosia, quella reale, stava finalmente emergendo, ma decisi di mascherarla, con gentilezza e un po’ di teatralità. "Lilli, ma sei matta?" le risposi, scuotendo la testa come se fosse un’assurdità.
Presi la sua mano e, senza aggiungere altro, proseguimmo il nostro giro. Ma Lilli, con quel sorriso enigmatico, continuava a guardarmi. E nel suo sguardo c’era la consapevolezza di aver piantato un seme.
Mentre terminavamo il nostro giro, la mia mente aveva preso una direzione del tutto nuova. Un pensiero audace si insinuava sempre più prepotente: condividere Lilli con Paolo. Conoscevo le fantasie di mio marito, spesso dominate dall’idea di due uomini e una donna. Ma questa volta poteva essere diverso. Potevamo mettere lui al centro del nostro desiderio, e non sempre me.
Scacciai il pensiero con un sorriso ironico. "Figurati se Paolo ci pensa," mi dissi, cercando di riportare ordine nel turbinio di emozioni.
Finalmente Paolo tornò con le pizze, rompendo quel silenzio carico di tensione e imbarazzo che si era creato tra me e Lilli. Ci sedemmo a tavola: Paolo a capotavola, io e Lilli l'una di fronte all’altra. Nei suoi occhi, notai subito una luce provocatoria, uno sguardo che mi metteva a disagio ma che non riuscivo a ignorare. Dall’altra parte, gli occhi di Paolo erano quelli di sempre, tranquilli, ignari. Per lui eravamo solo tre amici che condividevano una pizza.
A pasto terminato, iniziammo a chiacchierare. Improvvisamente, sentii qualcosa: un piede che mi accarezzava la gamba sotto il tavolo. Il tocco leggero, inaspettato, era di Lilli. Mi stava facendo il piedino! La cosa mi imbarazzava, ma mi eccitava allo stesso tempo. Sapere che Lilli mi stava toccando mentre Paolo, seduto accanto a me, non sospettava nulla, rendeva tutto ancora più travolgente.
"Ma, Paolo," disse improvvisamente Lilli, con un tono curioso e scherzoso, "cosa ne pensi delle donne mature?"
Paolo arrossì leggermente, ma sorrise. "Beh," rispose, "ho un debole per le donne mature. Mia moglie lo sa." Mi prese la mano con affetto e continuò, "Sono cresciuto con un certo stile di donna: elegante, con intimo raffinato… oggi può sembrare fuori moda, ma per me ha un fascino intramontabile."
Lilli lo guardò con un sorriso compiaciuto. "Bravo ragazzo. Se ci fossero più uomini come te, il mondo sarebbe un posto migliore."
Rimasi a bocca aperta. Mio marito stava flirtando? Lui era sempre così affabile con tutti, ma con Lilli... no, non con lei! Decisi di intervenire, spinta da una gelosia che iniziava a farsi sentire. "Però," dissi con tono brusco, "le giovani hanno una marcia in più."
Lilli, però, capì subito che non era semplice cattiveria. Con il suo solito garbo, mi rispose dolcemente: "Beh, cara, arriva tu alla mia età con un fisico così."
Paolo, intanto, si godeva divertito il nostro botta e risposta, chiaramente compiaciuto dal confronto tra le due donne. Poi, con una leggerezza che sembrava quasi casuale, disse: "Potrei fare da giudice."
Io e Lilli ci voltammo verso di lui, increduli. Paolo, apparentemente innocente, aveva appena gettato benzina sul fuoco.
"Beh," replicò Lilli con un sorriso malizioso, "mi piacciono le sfide." Poi mi lanciò uno sguardo che sembrava voler dire: "La palla è tua."
La mia mente si svuotò di ogni pensiero logico. "Vuoi giocare? Va bene, allora vedrai," pensai. Guardai Lilli dritta negli occhi, con un’espressione che mescolava sfida e complicità. "Vuoi la guerra? E guerra sia," dissi con un sorriso che nascondeva tutta l’adrenalina del momento.
Mi alzai dal tavolo e andai in camera da letto. Sentivo Paolo rimanere immobile, colto di sorpresa dalla mia reazione. Lilli, invece, appoggiò i gomiti sul tavolo, sorrideva. "Tipa tosta tua moglie," disse a Paolo, poggiando il viso sulle mani. "E ora che fa?"
In camera, aprii i cassetti uno dopo l’altro, frugando con determinazione. Il cuore mi batteva forte, ma la mia mente era chiara: "Adesso vi faccio vedere io."
"Eccolo," mi dissi, tirando fuori dal cassetto il mio nuovo body nero, un pezzo raffinato di Intimissimi, il Body Giada Pizzo Couture de Nuit, tutto in tulle e pizzo. Lo accostai a un paio di autoreggenti velate nere con la riga dietro e un piccolo fiocco decorativo. Mancavano solo le scarpe. Cercai freneticamente finché non trovai le mie Louboutin nere, quelle con la suola rossa, perfette per completare il look.
"Adesso il trucco…" mormorai tra me, fissandomi allo specchio. Decisi per uno sguardo intenso, ombretto scuro sugli occhi, e labbra color amaranto. Mi raccolsi i capelli in una coda alta, elegante ma sensuale, e feci un passo indietro per guardarmi. "Ora si ragiona!" esclamai a bassa voce.
Con una sicurezza che non avevo mai provato prima, aprii la porta della camera e mi fermai sullo stipite. Paolo e Lilli si erano spostati in salotto, e li cercai con lo sguardo. Quando li trovai, rimasi immobile, lasciando che fossero loro a reagire.
Lilli mi guardò per prima, spalancando la bocca in una sorpresa muta. Poi il mio sguardo si spostò su Paolo. Il suo viso era pallido, quasi paralizzato dall’impatto della scena. Decisi di camminare verso di loro, lenta, con movimenti studiati, fissando Paolo dritto negli occhi.
"Che ne dite?" domandai, con un tono malizioso che neanche riconoscevo come mio.
Lilli, ancora visibilmente sorpresa, diventò rossa in viso, mentre Paolo cominciava a mostrare segnali evidenti che la serata stava prendendo una piega a lui favorevole.
Lilli si alzò e mi si avvicinò con uno sguardo attento, quasi critico, come se stesse valutando un’opera d’arte. Le sue mani si posarono sul mio body, accarezzandolo con delicatezza. Poi prese una mia mano, me la sollevò, e mi fece girare su me stessa, come se fossi una ballerina.
"Bella. Audace," disse con un sorriso soddisfatto. Poi si voltò verso Paolo. "Troppo moderna per te, vero?"
Paolo sembrava incerto, come se avesse paura di dire qualcosa di sbagliato. Ma il suo sguardo, ora, era cambiato. Era più deciso, più curioso. Finalmente trovò il coraggio di rispondere.
"Beh, diciamo che non ho un metro di paragone," rispose, con un tono che mescolava imbarazzo e desiderio. Guardò Lilli dal basso verso l’alto, come a sottintendere qualcosa.
"Sarei io il metro di paragone?" replicò Lilli, con un sorriso malizioso. Poi, senza aspettare una risposta, cominciò lentamente a sbottonarsi la camicia.
Mi avvicinai per aiutarla, le mani che scorrevano con naturalezza sui bottoni. Paolo osservava tutto dal divano, incapace di distogliere lo sguardo. Non poteva sapere cosa fosse già successo tra me e Lilli, ma l’affinità tra di noi era innegabile, quasi palpabile.
Quando la camicia di Lilli scivolò via, non potei fare a meno di sentire di nuovo il piacere di toccare la sua pelle, ma questa volta c’era Paolo che osservava. La situazione rendeva tutto più eccitante, più proibito.
La aiutai anche con la gonna, e insieme ci ritrovammo a fare, di fatto, uno spogliarello davanti a mio marito. Lilli si voltò, si allontanò di qualche passo, poi si girò di nuovo per mostrarsi meglio. Fece una piroetta, due passi avanti e due indietro, consapevole del suo fascino.
Anche io rimasi colpita dal suo fisico. C’era qualcosa di magnetico in quel momento, qualcosa che ci univa, tutti e tre, in un gioco di desiderio e curiosità. E Paolo, dal suo posto, non distoglieva lo sguardo.
"Allora?" dissi a Paolo con un sorriso malizioso, il tono carico di complicità. "La bianca o la nera?"
Lui si fermò un attimo, il viso diviso tra imbarazzo e una certa furbizia. "Come posso decidere così su due piedi?" rispose, fingendo di riflettere. "Siete entrambe splendide… Aspettate, lasciate che vi guardi da vicino, se posso."
Io e Lilli ci scambiammo uno sguardo complice, accennando insieme un leggero sì. "Certo," rispondemmo quasi in coro.
Paolo si alzò con un misto di esitazione e audacia, avvicinandosi prima a me. Mi fece girare lentamente, scrutandomi con attenzione. "Stupenda, come sempre," disse con un sorriso che conoscevo fin troppo bene. Poi si spostò verso Lilli, con lo stesso atteggiamento da "giudice". La osservò con lo stesso zelo, fermandosi a ogni dettaglio.
"Classica," commentò infine, con un tono che lasciava intendere qualcosa di più profondo. "Matura e in forma."
Sembrava soddisfatto, ma poi aggiunse con un'aria di sfida: "Mi spiace, ragazze, ma ho bisogno di qualcosa in più per decidere."
A quel punto fui io a prendere l'iniziativa. Accarezzai il viso di Paolo con delicatezza e, con un tono suadente, gli dissi: "Beh, io gioco in casa." Poi, senza esitazione, lo attirai a me e iniziai a baciarlo.
Quando ci separammo, Paolo si voltò verso Lilli con un sorriso curioso. "E tu?" chiese.
Lilli mi guardò negli occhi, aspettando un cenno, una sorta di permesso silenzioso. Il gioco stava diventando sempre più pericoloso, ma anche irresistibile. Con aria di sfida, accennai un sì con la testa.
Lilli non si fece pregare. Si avvicinò a Paolo e lo baciò con la stessa intensità di poco prima, ma con una sfumatura diversa, tutta sua. Paolo, sorpreso, si morse leggermente le labbra,come per assaporare un sapore e disse"Mmm… Non abbastanza," disse, fingendo di riflettere. La sua voce era un misto di divertimento e desiderio, e nei suoi occhi brillava una luce che lo tradiva.
Era chiaro che ormai la sfida era lanciata. Io e Lilli ci trovavamo di fronte a un gioco in cui entrambe volevamo prevalere, ma in fondo sapevamo che nessuna avrebbe davvero perso.
Paolo in tutto questo era più che felice. Fede prese le mani di Paolo e si fece accarezzare tutto il corpo coperto dal body. Lilli fece lo stesso…Allora Fede inizio a sbottonare la camicia di paolo, poi Paolo si girò verso Lilli..era un continuo botta e risposta
Lilli non ebbe nessuna remore, si inginocchio e sfilò i pantaloni a Paolo…il gioco si faceva sempre più duro… Fede guardando fissa Lilli negli occhi sfilò le mutande di paolo. Ora era Paolo a fissare dall’alto al basso Lilli. La guardava con un sorriso che diceva " E ora che fai vai in fondo o ti tiri indietro? "
Lilli si alzò sfiorando il corpo di Paolo ormai nudo…Fede dichiarava già vittoria ma poi Lilli sorprendendo tutti disse " non così... " e portò Paolo a sedersi sul divano. Poi si inginocchio di fronte a lui e a carponi si fece strada tra le sue gambe. Paolo accompagnava l’ingresso di Lilli aprendo le gambe. Ormai era tutto segnato.
Fede rimase di stucco incredula.
Liili lo prese subito in mano. era ancora barzotto (come si usa dire) e inizio leggermente a massaggiarlo e poi guardando Paolo fisso negli occhi iniziò a baciarlo e poi finalmente per la gioi di Paolo le labbra di Lilli avvolsero tutto il suo pene. Mentre Lilli si divertiva in un favoloso pompino Paolo guardava Fede in cerca di un cenno di assenso.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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